Si è tenuto il 17.04.2017 presso la Scuola Polo Ambito 11, I.T.T. Giorgi di Brindisi, il primo incontro del corso di formazione per docenti sul tema importante ed attuale, che merita notevole attenzione, “Prevenzione del Bullismo”, alla presenza dei Dirigenti Scolastici Prof.ri Maria Luisa Sardelli, Lucia Portulano ed Aldo Guglielmi, del tutor Prof. Giuseppe Caliolo e degli eccezionali relatori della Polizia Postale di Brindisi Dott.ri Eugenio Cantanna e Walter Lombardi.
Il cyberbullismo è una forma di mobbing in internet. Infatti, per designarlo si usano anche i termini cybermobbinge internet mobbing. Viene messo in atto mediante l’uso dei media digitali e consiste nell’invio ripetuto di messaggi offensivi tramite sms, in chat o su facebook, al fine dimolestare una persona per un lungo periodo.
Gli autori, i cosiddetti «bulli» o il cosiddetto «branco», sono spesso persone che la vittima ha conosciuto a scuola, nel quartiere o in un’associazione. Offendono, minacciano o ricattano le loro vittime direttamente o facendo pressione psicologica su di loro, le diffamano, le mettono alla gogna e diffondono dicerie sul loro conto. Chi ne è vittima può subire conseguenze molto gravi, come la perdita della fiducia in se stesso, stati di ansia e depressione.
Il confine tra un comportamento che resta scherzoso e uno che è percepito come offensivo non è così netto. Il cyberbullismo inizia laddove un individuo si sente importunato, molestato e offeso. Raramente i giovani si rendono conto delle conseguenze delle loro azioni nel momento in cui mettono in rete immagini offensive o le inviano agli amici; spesso lo fanno solo per scherzo. Tuttavia, può trattarsi anche di atti mirati a rovinare una persona.
I giovani si possono proteggere dal cyberbullismo per principio trattando i dati privati propri e altrui in modo critico e con la massima sensibilità.
Chiunque fornisca indicazioni personali o pubblichi immagini su blog, reti sociali o forum si rende un potenziale bersaglio. Ci si può proteggere mantenendo sempre un comportamento rispettoso, evitando di postare dati e informazioni sensibili sul proprio profilo (p. es. foto imbarazzanti o troppo discinte), curare solo amicizie personali e proteggere la sfera privata mediante criteri d’impostazione sicuri.
I genitori e le scuole possono sostenere i bambini e i giovani dando loro i consigli qui illustrati e discutendo con loro su quali conseguenze può avere il loro comportamento in rete e cosa significa il cybermobbing per le vittime. Va inoltre segnalato loro che i bulli sono perseguibili penalmente. Ricercando il proprio nome su Internet (detto «egosurfing») si ottengono informazioni sul contesto in cui appare il proprio nome e sulle immagini pubblicate di sè stessi.
Gli incontri, per un totale di ben otto, continueranno nelle prossime settimane.